Scuola di globalizzazione

Capire la globalizzazione.... o almeno provarci



I laboratori organizzati nella prima edizione 2002


Laboratorio sulla didattica

 

A partire dai fattori di cambiamento della società contemporanea che si possono sintetizzare in tre punti

1)      velocizzazione e trasformazione dell’informazione;

2)      espansione mondiale degli scambi;

3)      accelerazione del processo scientifico e tecnologico

si pensa di attivare un laboratorio didattico che elabori:

a.      riflessioni sulla metodologia, con il confronto di esperienze e competenze dei docenti partecipanti;

b.      approfondimenti di contenuti delle tematiche trattate nei seminari;

c.       elaborazione di Unità Didattiche.

 

Il laboratorio si propone come luogo autogestito e  attivo di confronto tra docenti. Volutamente, quindi, non si può definire, la modalità di svolgimento dello stesso o i suoi contenuti, volendo fare di esso un “work in progress” in cui ognuno può “prendere” e “dare”. Si può prevedere, innanzitutto, di individuare metodologie didattiche che meglio si prestano a trattare le macroaree di “cambiamento”. Condividere le metodologie può tracciare il filo conduttore tra discipline che trattano nello specifico contenuti diversi, nella considerazione che l’apprendimento è un iter complesso che si configura come l’acquisizione di concetti, linguaggi e procedimenti disciplinari che concorrono alla formazione di una maggiore consapevolezza di sè e della realtà.

Dal documento della Commissione di studio per il programma di riordino dei cicli (settembre 2000): «L’apprendimento scolastico è un processo dinamico e relazionale di costruzione di significati attraverso esperienze e conoscenze. Esso è finalizzato a progetti di crescita globale (cognitiva, affettiva, sociale ecc) di persone libere e responsabili, capaci di elaborare un’identità soggettiva e di partecipare in modo critico e attivo alla vita associata…».

 

 

 

Laboratorio su "Informazione e comunicazione"

 

Questo laboratorio nasce dalla consapevolezza che quello dell'informazione è uno dei campi in cui la globalizzazione si dispiega in maniera più plateale sia attraverso la scelta delle notizie che vengono date sia, e ancor più, attraverso quelle che vengono occultate o modificate nella loro essenza. Inoltre non esiste ormai nessun fenomeno politico, sociale ed economico che non venga accompagnato, sin dalla nascita ed in tutto il suo sviluppo, da una campagna d'informazione e comunicazione 'ad hoc'. Quello dell'informazione e del suo controllo (e in questo campo il caso Italia è veramente paradigmatico) è quindi un tema fondamentale per tutti quelli che vogliono capire e modificare l'attuale "stato delle cose".

Parallelamente ci sembra fondamentale interrogarsi su quali possono essere nuove forme di comunicazione dei nostri contenuti e delle nostre attività.

Il tema di questo laboratorio è, chiaramente,  fin troppo vasto e sarà circoscritto in base agli interessi di quelli che vi parteciperanno. Alcuni argomenti da affrontare potrebbero, ad esempio, essere:

 

- Rapporto tra informazione, tecniche di comunicazione ed interessi politico/economici. Come i media descrivono il mondo e decriptazione delle tecniche con le quali riescono ad orientare l'opinione pubblica mondiale. Analisi di come  l'informazione segua e orienti una data questione. Possibili esempi concreti: Moti migratori , Palestina...

 

- Analisi dei modi attuali di produzione e di diffusione dell'informazione. (per es. le agenzie di stampa internazionali). Omologazione dell'informazione.

 

- Con quali modalità rapportarsi al territorio in cui si opera? Secondo quali canali? Come raccontare il nostro mondo al territorio? Come raccontare il nostro territorio al mondo?

 

Si cercherà di svolgere il laboratorio in collaborazione con tutte le realtà sociali e le persone, sia a livello nazionale che cittadino, operanti su questi temi. Il centro sociale DAMM da anni attivo a Montesanto, anche con una radio ed un giornale di quartiere, sarà un importante esperienza di riferimento. Analogamente sono stati già contattati giornalisti (come Giulietto Chiesa) che già lavorano sul tema del controllo democratico sull'informazione.

Eventualmente questo laboratorio potrebbe essere una delle basi per costituire un Gruppo di lavoro permanente a Napoli su informazione e comunicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Laboratorio Migrazioni

 

                                                                      

Se gli uomini fossero denaro… potrebbero attraversare qualunque frontiera.

 

L'inasprirsi dei meccanismi di controllo dell'immigrazione, le limitazioni al diritto d'asilo e il blocco sostanziale delle vie  d'accesso legale per i migranti che, negli ultimi decenni, hanno caratterizzato le politiche migratorie delle maggiori “democrazie” occidentali, solo apparentemente sono in contrasto con i processi di mondializzazione dei mercati e di liberalizzazione della circolazione dei capitali.

In realtà entrambe le dinamiche trovano origine nel  processo dialettico  che il capitalismo instaura tra il desiderio di libertà e affrancamento, da un lato, e le forme di dipendenza e schiavitù che sono implicazione del sistema produttivo, dall'altro.

Il laboratorio “Migranti” vorrebbe  tracciare un percorso di riflessione segnato dalla consapevolezza che l’esperienza delle migrazioni è emblematica di dinamiche più generali segnate profondamente dalla instabilità, complessità e turbolenza delle società contemporanea.

Sono previste due linee di approfondimento tematiche.

La prima affronterà l'analisi dei meccanismi giuridici di controllo dell'immigrazione, i quali operano spesso in una zona  di confine dell'ordinamento giuridico dove il rapporto tra potere e diritto diviene quasi indistinguibile.

Questo impone di non limitare l'analisi alla legislazione vigente  ma di estenderla anche  alle "tecniche" e  "procedure"  attraverso le quali si realizzano le utilità economiche  e politiche dell'esclusione.

Il laboratorio si propone, quindi, di ricostruire le tappe fondamentali dello sviluppo della legislazione in Italia, e non solo, fino ad arrivare al ddl 795 Bossi-Fini.

In particolare l'analisi si avvarrà dell'esperienze e delle competenze maturate dall'associazione MigrAzioni nella tutela dei diritti dei migranti.

Un primo momento per affrontare questa problematica sarà sabato 20 aprile (mattina), per la presentazione del libro di Sandro Mezzadra “Diritto alla fuga” presso Sala S. Chiara.

 

Un altro filone che proveremo ad affrontare in questo laboratorio è quello della narrazione orale.

Una costruzione culturale che combatta lo spirito dell’intolleranza è necessariamente lenta e complessa. E’ una costruzione che necessita incontri, comunicazioni e contaminazioni tra culture diverse. Questo laboratorio nasce dalla necessità di coltivare la conoscenza, il dialogo e la cooperazione creando eventi comuni ed occasioni di incontro tra persone di culture differenti. Utilizza  la narrazione come strumento di incontro tra le diversità, terreno dove si intrecciano l’intimo e il sociale. I temi scelti toccano gli elementi primi del vivere e comuni a tutti. La narrazione richiede momenti di ricerca interiore e momenti corali, porta a percorrere un cammino verso le radici. Nel racconto orale è possibile riconciliarsi con la propria memoria; andare a vivere in un altro luogo fa si che cambino gli spazi e le regole a cui obbedire, ciò che prima si era imparato può non essere più utilizzabile perché non trova posto nella nuova realtà. 

L’oralità può aiutare a creare contesti di ascolto capaci di attenuare i pregiudizi. Ascoltare l’altro significa concedersi di ascoltare qualcosa d’altro che non sia la propria storia.

 

 ‘Il piccolo mondo che uno si trova alla nascita è lo stesso ovunque questo avvenga, si allarga soltanto se si riesce ad andarsene via in tempo dal luogo che è necessario lasciare, fisicamente o con l’immaginazione’. (Augusto Monterosso, scrittore guatemalteco)

 

 

 

Laboratorio sulla finanza critica

 

La finanziarizzazione dell’economia è spesso (e giustamente) riconosciuta come uno dei tratti salienti della globalizzazione, ed infatti molte e diverse sono le proposte e linee d’azione sviluppate da movimenti e studiosi in questi anni volte a regolamentare – limitandone gli effetti negativi – i flussi finanziari (per fare alcuni esempi: tassare le transazioni finanziarie, riformare in senso democratico le istituzioni finanziarie internazionale, cancellare il debito estero dei paesi del sud del mondo).

Tutte queste misure sono evidentemente indispensabili e non più rimandabili, tuttavia in questo laboratorio vorremmo provare ad “esplorare” un altro approccio possibile al problema, complementare e non sostitutivo alla regolamentazione: l’idea di fondo è che nella finanza (ma lo stesso si deve dire nell’ambito della produzione, del commercio, del consumo) <<Bisogna spingere con altrettanta forza su un altro obiettivo: sottrarre terreno all’ambito globale, per ricondurre beni, prodotti, ambiti di vita ad un livello il meno possibile dipendente dalla logica del macro (…) in cui l’economia, in ultima analisi, stemperi la sua forza pervasiva in altri ambiti del rapportarsi reciproco>> (M. Meloni, La Battaglia di Seattle)

 

Proponiamo allora di partire da quelle esperienze che, in forme diverse (autogestione, rispamio diretto, prestiti di gruppo, fondi rotativi) in Italia e nel mondo si sono mosse lungo questa direttiva di ricerca e di sperimentazione, valutandone i risultati, i limiti, le reti di relazioni che hanno creato, l’impatto sul sistema finanziario istituzionale: il tutto cercando di tenere insieme la doppia ottica con cui si può guardare a questo fenomeno (il “lato dell’offerta”, cioè il risparmiatore che decide di sottrarre i sui risparmi all’anonimato del sistema bancario; ed il “lato della domanda”, cioè quelle esperienze di alto impatto sociale a cui a causa dell’ “apartheid bancario” è negato l’accesso al credito).

 

Limitazione della delega a favore di processi di responsabilizzazione personale (il “mettersi in gioco” anche a livello dei propri risparmi), denuncia di ogni forma di speculazione finanziaria (non solo per gli effetti perversi che provoca a livello dell’economia reale, ma perchè non si riconosce al denaro in quanto tale la dignità di creare valore), possibilità di costruire relazioni economiche autogestite e sostenibili, sono i punti che vorremmo mettere al centro di questo lavoro.

 

Da un punto di vista metodologico, cercheremo di fare ciò privilegiando le testimonianze dirette di quanti, specialmente in Italia, da anni si occupano di queste esperienze. Un primo appuntamento in questo senso è per il 16 aprile (luogo ed orario da confermare) quando ospiteremo qui a Napoli 3 rappresentanti di MAG6, cooperativa di mutua autogestione di Reggio Emilia che proprio dell’autogestione, responsabilità individuale, fiducia e rete di relazioni (anche ma non solo in campo finanziario) ha fatto il centro del proprio lavoro.